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Il Piano Didattico Personalizzato (PDP):

CHE COSA E' IL PDP

 

Cerchiamo di capire qual è lo scopo di questo strumento

 

Per PIANO si intende un programma, un progetto, una strategia da utilizzare per uno scopo

 

Per DIDATTICO: si intende "teso al miglioramento":

• dell'efficacia e soprattutto dell'efficienza dell'apprendimento con conseguente riduzione di tempo dedicato allo studio e soprattutto dispendio energetico

• dell' efficacia e dell'efficienza dell'insegnamento del docente.

 

Per PERSONALIZZATO si intende la diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti nella progettazione del lavoro della classe (C.M. n 4099 del 05/10/2004 e n. 4674 del 10/05/2007 per studenti dislessici - art_10_DPR_122_ giugno 2009. – Circ. MIUR 28.5.2009)

 

"Con la personalizzazione si persegue l’obiettivo di raggiungere i medesimi obiettivi attraverso itinerari diversi. Questa strategia implica la messa a punto di nuove forme di organizzazione didattica e di trasmissione dei processi del "sapere" e del "saper fare" in modo da predisporre piani di apprendimento coerenti con le capacità, i ritmi e i tempi di sviluppo degli alunni". (G. Chiosso,La personalizzazione dell’apprendimento).

 

Nel D.P.R. 275/1999, all’ art. 4.2 il Regolamento dell’autonomia scolastica offre lo strumento della flessibilità, ("le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune"). Tale flessibilità è prevista in tutti gli aspetti dell’organizzazione educativa e didattica della Scuola e quindi va intesa come personalizzazione educativa e didattica, come personalizzazione degli obiettivi formativi e come personalizzazione dei percorsi formativi.

 

In definitiva Il PDP è un contratto fra docenti, Istituzione Scolastiche, Istituzioni Socio-Sanitarie e famiglia per individuare e organizzare un percorso personalizzato, nel quale siano definiti i supporti compensativi e dispensativi che possono portare alla realizzazione del successo scolastico degli alunni DSA.

 

 

 

CHI LO REDIGE?

Il consiglio di classe, acquisita la diagnosi specialistica di DSA, redige il Piano Didattico Personalizzato.

La redazione del documento prevede una fase preparatoria d’incontro e di dialogo tra docenti, famiglia e specialisti nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze.

Le scuole, nell’ambito dell’autonomia di cui al D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275, e gli insegnanti, nell’ambito della libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione, hanno la facoltà di individuare le modalità di insegnamento più idonee per ciascun allievo, e di identificare gli strumenti compensativi e dispensativi per gli allievi con DSA.

 

 

 

QUANDO VIENE REDATTO?

Il PDP va redatto entro il primo trimestre scolastico.  Ovviamente ciò vale per le situazioni in cui la diagnosi è stata consegnata prima dell'inizio dell'anno scolastico.

Non sono indicate scadenze specifiche nel caso in cui la diagnosi sia presentata alla scuola in corso d'anno. Per analogia si può pensare ad un lasso di tempo non superiore al trimestre (quindi entro tre mesi dalla consegna da parte della famiglia della certificazione).

 

Va ricordato che - come accade sempre nelle programmazioni in campo educativo - quanto viene steso è una ipotesi che necessita della costante verifica sul campo e conseguentemente deve prevedere un opportuno monitoraggio per eventuali adeguamenti.

 

 

 

COME VIENE REDATTO?

La redazione deve contenere e sviluppare i seguenti punti:

 

1. Dati relativi all'alunno

2. Descrizione del funzionamento delle abilità strumentali

3. Caratteristiche del processo di apprendimento

4. Strategie per lo studio – strumenti utilizzati

5. Individuazione di eventuali modifiche all’interno degli obiettivi disciplinari per il conseguimento delle competenze fondamentali

6. Strategie metodologiche e didattiche adottate

7. Strumenti compensativi

8. Criteri e modalità di verifica e valutazione

9. Assegnazione dei compiti a casa e rapporti con la famiglia

 

 

 

1. Dati dell’alunno

Si devono riportare:

• i dati dell’alunno integrati e completati con le indicazioni fornite:

         • da chi ha redatto la segnalazione,

         • dalla famiglia,

         •dal lavoro di osservazione condotto a scuola.

         • le specifiche difficoltà individuate che l’allievo presenta

         • i suoi punti di forza.

 

 

2. Descrizione del funzionamento delle abilità strumentali

  Nelle Istituzioni Scolastiche sarebbe molto importante, e soprattutto indice di alta professionalità, realizzare processi di monitoraggio dell’apprendimento strumentale della lettura, scrittura e calcolo, utilizzando adeguati strumenti di verifica e osservazioni  che possano fornire informazioni specifiche sul livello di acquisizione e di automatizzazione raggiunto da ogni studente nelle abilità strumentali di base (lettura, scrittura, calcolo).

  Oltre che da prove e osservazioni sistematiche eseguite in classe, i livelli di efficienza raggiunti in tali abilità possono essere ricavati anche da informazioni che provengono dalla diagnosi specialistica.

La lettura è un processo complesso che comprende:

• una componente strumentale decifrativa, caratterizzata dalla capacità di trasformare una sequenza ordinata di segni grafici nei corrispondenti suoni, denominando , infine, le parole in modo corretto e veloce,

• una componente legata alla comprensione, cioè alla capacità di ricostruire il significato di quanto letto.

Proprio per il rilievo che il “saper leggere” assume nello sviluppo di ciascun alunno, l’ IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement)-PIRLS (Progress in International Reading Literacy Study 2006) conduce un ciclo regolare di studi sulla competenza di lettura e sui fattori associati alla sua acquisizione in vari paesi del mondo. Le indagini internazionali PISA, nate nel 2000, con l’intento di misurare e comparare le competenze nella lettura (reading literacy), di un campione rappresentativo di studenti quindicenni, definiscono questa competenza come “ La capacità di un individuo di comprendere, di utilizzare e di riflettere su testi scritti al fine di raggiungere i propri obiettivi, di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie potenzialità e di svolgere un ruolo attivo nella società (.)Gli studenti non sono valutati sulle abilità di lettura di base, che a quindici anni si considerano di fatto acquisite. Ci si aspetta, piuttosto, che essi dimostrino una competenza in processi quali individuare informazioni, comprendere il significato più ampio e generale di un testo, svilupparne un’interpretazione e riflettere sui suoi aspetti contenutistici e sulle sue caratteristiche formali” (OCSE-PISA,2009 ).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

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